Una piccola scheggia del Corno d’Africa che si distingue per l’affascinante miscela di storia, cultura, tradizioni e natura. Una terra ancora poco conosciuta, meta ambiziosa di avventurieri appassionati e di lettori sensibili che desiderano viaggiare con la mente e con il cuore, oltre che con il corpo. Oggi vi racconteremo 5 curiosità sull’Eritrea, un Paese silente che custodisce, tra le sue pieghe, un tesoro di proporzioni epiche.
Eritrea: carta d’identità
- nome completo: Stato di Eritrea
- superficie: 117.600 km²
- popolazione: circa 3,62 milioni di abitanti
- capitale: Asmara
- moneta: Nakfa eritrea
- lingue: tigrino e arabo (le più diffuse)
- religioni: Chiesa ortodossa eritrea, Islam, Chiesa cattolica e Chiesa evangelica luterana
5 curiosità sull’Eritrea
Asmara, la città del Modernismo
La prima curiosità sull’Eritrea ci porta ad Asmara, la capitale, che l’UNESCO ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità per la straordinaria architettura modernista.
Nota anche come la piccola Roma, Asmara ospita una delle collezioni più grandi e meglio conservate di edifici modernisti che esiste al mondo, affascinante testimonianza del periodo coloniale italiano, quando l’innovazione architettonica e l’ottimismo verso il futuro si riflettevano nelle strutture urbane.
Edifici come il Cinema Impero, dalle linee pulite e geometriche, o la Cattedrale di Santa Maria, che combina elementi futuristici e motivi tradizionali, sono capolavori di design che hanno mantenuto intatte nel tempo bellezza e funzionalità, ma anche simboli di come l’Eritrea abbia saputo amalgamare influenze culturali diverse, creando un tessuto urbano unico nel suo genere.
Il caffè
In Eritrea la cerimonia del caffè trascende la semplice degustazione e diventa un rituale carico di significati e tradizioni.
L’antico rito, che si svolge con cura e dedizione, prevede la tostatura dei chicchi di caffè in un ambiente conviviale di amici e familiari che si riuniscono per condividere storie e momenti importanti.
La preparazione della bevanda con la caffettiera in terracotta, nota come “jebena”, riflette l’essenza della cultura eritrea che si basa sull’accoglienza e sulla condivisione: partecipare alla cerimonia significa immergersi in un mondo di aromi intensi ma anche, e soprattutto, permette di scoprire il calore del popolo eritreo.
Il mosaico linguistico
Nonostante sia uno dei Paesi più piccoli dell’Africa, l’Eritrea presenta una varietà linguistica sorprendente che si esprime in una polifonia di voci, ben nove, ciascuna delle quali con il proprio alfabeto: tale diversità riflette le molteplici identità culturali che convivono e interagiscono sul territorio.
Dal Tigrino all’Arabo fino alle lingue nilo-sahariane, ogni idioma è un tassello del puzzle sociale ed etnico dell’Eritrea di cui celebra la storia complessa e l’identità pluralistica.
Curiosità sull’Eritrea, un Paese di ciclisti
In Eritrea il ciclismo è più di uno sport; è una passione che unisce tutto il popolo: gli scorre nelle vene con la stessa forza e vivacità delle strade colorate e dei paesaggi naturali.
Una passione radicata in epoca coloniale, eredità dei nostri connazionali che introdussero il ciclismo come attività ricreativa ma che ben presto divenne emblema di resistenza, orgoglio e unità nazionale.
I ciclisti eritrei, che hanno portato il nome del Paese sul palcoscenico mondiale del ciclismo, sono considerati eroi nazionali, simboli viventi della forza e della determinazione del popolo: in quest’ottica la bicicletta, da semplice mezzo di trasporto, diventa un’icona di libertà e di speranza.
La ferrovia d’epoca
La ferrovia eritrea, che collega la vibrante Asmara al pittoresco porto di Massaua, è una delle poche ferrovie a vapore ancora oggi operative al mondo.
Un gioiello storico, reliquia dell’epoca coloniale italiana: costruita tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, la ferrovia fu un’impresa ingegneristica straordinaria, realizzata per superare le sfide dei terreni montuosi e delle distese desertiche.
Restaurata grazie all’impegno e alla dedizione del popolo eritreo, la ferrovia regala un salto temporale, al ritmo lento e cadenzato del treno a vapore che serpeggia tra paesaggi dalla bellezza disarmante, dove ogni stazione funge da palcoscenico per incontri e scambi culturali tra viaggiatori e comunità locali.
Diana Facile
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