Situato all’intersezione di tre placche tettoniche divergenti, nel Corno d’Africa, lo stato di Gibuti è un piccolo angolo di paradiso pronto a ospitare e a rendere felici sia gli amanti della storia e della natura che gli appassionati di etnografia e gastronomia. Non a caso la Lonely Planet, nota per la diffusione di guide turistiche a livello internazionale, ha decretato Gibuti come una delle destinazioni top di BestInTravel 2018 giustificando la sua scelta in questi termini:
“Il magma ribolle sotto la crosta terrestre sempre più sottile, paesaggi desertici quasi marziani esalano gas dalle fumarole e le sponde di laghi posti sotto il livello del mare sono rivestite di grandi cristalli di sale scintillanti. In termini geologici, è un finale in volata. Ma in termini umani, è una spettacolare scena al rallentatore e un ottimo motivo per fare programmi di viaggio. La cultura inebriante, le spiagge e le immersioni tra gli squali balena offrono altre buone scuse per salire su un aereo o sul nuovissimo treno e assistere agli spettacoli più violenti di Madre Natura”.
Insomma, un paese da visitare al più presto prima che l’eco della sua natura selvaggia, dei suoi fondali marini, dei suoi paesaggi “marziani” e della sua diversità etnica e culturale si diffonda a macchia d’olio attirando visitatori a non finire. E dato che a noi di Viaggitribali piace vivere l’esclusiva - che si traduce poi nell’autenticità - Gibuti non poteva mancare all’appello tra le nostre proposte dell’immediato futuro!
Scopriamo quindi insieme le bellezze di questa piccola gemma che giustificherebbe ben più di un soffio al cuore.
Lo stato di Gibuti tra spiagge, natura e paesaggi lunari
Affacciato sul Mar Rosso e sovrastato dalla mole del Moussa Ali che dall’alto dei suoi 2.020 metri di altezza segna la linea di demarcazione con l’Etiopia e l’Eritrea, lo stato di Gibuti offre al visitatore una varietà paesaggistica di inenarrabile bellezza.
Dagli straordinari scenari dei cristalli di sale generosamente offerti dal Lago Assal che con i suoi 155 metri sotto il livello del mare rappresenta il punto più basso di tutta l’Africa, alla varietà morfologica e geologica del Lago Abbé, specchio d’acqua salata che spicca sul paesaggio lunare con le sue aride e silenziose distese incrostate dal sale su cui elevano guglie e pinnacoli dalle forme oniriche, depositi di gesso dai colori surreali, calde sorgenti gorgoglianti e bizzarri camini calcarei simili a ciminiere naturali che emettono vapore geotermico proveniente dal sottosuolo (con la possibilità di assistere all’alba allo spettacolo di migliaia di fenicotteri rosa intenti a pescarvi crostacei), passando per la catena dei Goda – in cui si alternano canyon, montagne, grotte e cascate – che rappresenta una delle zone più verdi del Paese ed è punteggiata di villaggi abitati dall’etnia Afar, fino al Golfo di Tagiura con le sue belle spiagge e le isole coralline di Moucha, luoghi tranquilli in cui rilassarsi al sole, fare snorkeling, praticare kayak, abbuffarsi di pesce fresco o semplicemente perdersi via in questo paese che tra contrasti e meraviglie affascina viaggiatori e avventurieri dalla notte dei tempi.
Tra squali Balena e nuotate con i delfini
Ogni inverno, tra la fine di novembre e il mese di gennaio, il golfo di Tagiura diventa lo scenario di uno spettacolo incredibile, quello di decine di Rhincodon Typus, noti anche come squali Balena, che interrompono la migrazione con una tappa a Gibuti per fagocitare ettolitri d’acqua carica di plancton. Contrariamente ad altri luoghi al mondo caratterizzati da questo fenomeno, lo stato di Gibuti è ancora incontaminato e privo di folle di snorkelers che si disputano l’appuntamento con i giganti del mare e ciò la rende un’esperienza unica, oltre che elettrizzante.
Poco distante, nei pressi dell’Isola di Moucha – la Perla del Mar Rosso – è possibile sperimentare l’ebbrezza di nuotare con i delfini e credetemi… è un’emozione talmente intensa da lasciare un segno indelebile persino nella pietra, figuriamoci nel cuore!
A Gibuti City in mezzo ai gibutini
Lo stato di Gibuti – che ottenne l’indipendenza dalla Francia nel 1977 – è un concentrato di diversità che si manifesta - oltre che a livello naturale, paesaggistico e faunistico – nella sua gente. Tre gruppi etnici – Somali, Afar e Arabi – convivono in pace e armonia fin dai tempi dal Sultanato d’Ifat (XII secolo) e condividono il medesimo senso di accoglienza e ospitalità verso lo straniero per cui non è raro essere invitati a una festa di famiglia o semplicemente a consumare un pasto in casa.
Passeggiare tra i superbi edifici coloniali di Gibuti City che riflettono lo stile architettonico arabo e quello francese e perdersi tra la sua gente che indossa ancora gli abiti tradizionali in un’atmosfera tranquilla e rilassante è indubbiamente una delle grandi emozioni di un viaggio in Gibuti perché alla fine – quantomeno secondo me – sono le città a raccontare meglio di chiunque altro l’evoluzione di un paese e della sua popolazione. Voi che ne pensate?
Diana Facile
Gibuti, Harar e Somaliland – viaggio accompagnato, dal 03 al 18 Dicembre 2019 (scopri il viaggio)