SUD SUDAN, EQUATORIA TRIBALE
Etnie: Dinka – Mundari – Lotuko – Boya – Toposa
FOCUS DEL VIAGGIO:
- IMPEGNO ALTO
- DURATA 13 GIORNI, 10 NOTTI
- VIAGGIO ANTROPOLOGICO, CULTURALE
- GUIDA LOCALE IN LINGUA INGLESE
STILE DEL VIAGGIO:
- TURISMO ETNICO, CULTURALE,
- RESPONSABILE, RITI TRIBALI, AFRICAN EXPEDITION
- TURISMO NATURALISTICO, TURISMO FOTOGRAFICO: PORTRAIT, LIFESTYLE, STREET LIFE, CLOSE-UP SHOT, LANDSCAPE, NATURA, TRAVEL REPORTAGE
VIAGGIO IN SICUREZZA:
- TENDE & HOTEL – (STANDARD LOCALI)
- MEZZI DI TRASPORTO IN SICUREZZA (Jeep)
- CORRISPONDENTI CONSOLIDATI E AUTORIZZATI
- ITINERARIO IN SICUREZZA
- ACCOMPAGNATORE DALL’ITALIA DA 12 PARTECIPANTI
- GARANZIA POLIZZE DI VIAGGIO ALLIANZ
EMOZIONI DEL VIAGGIO:
Il Sud Sudan è lo stato più giovane al mondo, nato nel 2011 con un referendum che ne sancì l’indipendenza dal Sudan, in seguito a un accordo che ha posto fine alla guerra civile più lunga dell'Africa. Esso nacque con il nome di Stato Federato dell'Equatoria Centrale, attraversato dal 12º parallelo e con capitale Juba, porto fluviale sulle rive del Nilo Bianco. Circa una sessantina di gruppi compongono il complesso tessuto etnico sud-sudanese, in prevalenza di origine nilotica ed appartenenti a società agro-pastorali, in un mix di culture nomadi e semi-nomadi, ma anche stanziali. I pastori Dinka (25% della popolazione) sono i più numerosi tra i gruppi etnici. Come i loro cugini Mundari, vivono in simbiosi con le vacche dalle lunghe corna (per essi considerate sacre) da cui traggono latte e sangue, che bevono. Da secoli si spostano in cerca di pascoli, al ritmo delle piogge, attraversando terre ricche petrolio in una nazione di 619 745 km² senza sbocco sul mare. Nell’itinerario si visitano Cattle Camp e Villaggi di alcune etnie: Toposa, Lotuko, Boya (Larim). Se alcune presentano matrici antropologiche comuni, altre si differenziano per caratteristiche identitarie ben marcate e singolari con cicatrici, scarificazioni, piercing nasali, auricolari e labiali ed elaborate acconciature policrome, indicative dello status e del ruolo all’interno del gruppo. Spesso seguono proprie religioni e riti ancestrali, che si tramandano di padre in figlio; più frequentemente praticano la tradizione animista basata sulla natura e sul culto degli antenati con riti e cerimonie tribali spontanee. Vivono in una moltitudine di sperduti villaggi di fango, rami e paglia (per lo più di capanne circolari chiamati Boma), accogliendo società arcaiche, in prevalenza di allevatori e agricoltori, ma anche all’occorrenza di abili cacciatori e pescatori. Interessante approfondire lo studio delle usanze tribali del paese, in aree remote, in una terra ancestrale povera e antichissima, caleidoscopio di razze, ricche di tradizioni, a cui accostarsi con forte motivazione in un paese turisticamente e logisticamente vergine.