Frammenti di viaggio in Pakistan

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Se decidi di partire per il Pakistan non sei certo un viaggiatore alle prime armi. Comunque sia, qualcuno cercherà di dissuaderti dandoti del pazzo kamikaze, qualcun altro ti chiederà cos’avrà mai di così bello il Pakistan da spingerti a mettere a repentaglio la tua vita e ci sarà anche chi ti taccerà di essere “amico dei talebani”. Quello che nessuno ti dirà, quantomeno nessuno che abbia avuto il privilegio di trascorrerci anche solo qualche ora, è che difficilmente da un viaggio in Pakistan tornerai come sei partito.

Qualcuno di voi potrebbe obiettare, a giusto titolo, che non si torna mai da un viaggio come si è partiti. Se così non fosse, al posto di investire migliaia di euro e di uscire dalla nostra confort zone, ce ne resteremmo tutti quanti comodamente spaparanzati sul divano di casa a indottrinarci con lo sguardo fisso sul monitor TV, su questo non ci piove! Siamo viaggiatori, non ci accontentiamo di vedere, abbiamo bisogno di toccare con mano e a volte ci scottiamo anche, ma l’unico vero modo di conoscere passa attraverso l’esperienza.

Quel che ti porterai a casa, e parlo con cognizione di causa essendo rientrata alla fine di agosto dal viaggio in Pakistan per l’Uchau Kalash Festival, ti ripagherà ampiamente dello sforzo fisico, energetico ed economico che ti è costato decidere di partire.

Ma cosa mi porterò a casa? – mi chiederà qualcuno di voi.

Vogliamo partire dall’aspetto visivo e più immediato? Una moltitudine di paesaggi naturali di incomparabile bellezza che si susseguono l’un l’altro senza soluzione di continuità spingendoti a ringraziare a più riprese la Madre Terra per essersi prodigata tanto, oltre a essere grato alla tua “benedetta” voglia di viaggiare che ti induce ogni volta a spingerti oltre e a osare di più. Giusto per dare qualche numero, il Pakistan ospita alcuni dei ghiacciai più grandi del mondo e varie vette che superano gli 8.000 metri di altezza tra cui il K2 e il Nanga Parbaat dinanzi ai quali ti senti più piccolo e insignificante di una formica, senza con questo voler sminuire nell’ordine cosmico l’importanza degli Imenotteri!

Vogliamo anche solo lontanamente rievocare l’importanza storica del Pakistan che con la Karakorum Highway – la strada asfaltata internazionale più alta al mondo - si innesta lungo uno dei rami principali della Via della Seta e che vanta oltre 20.000 esemplari di incisione rupestri, le più antiche delle quali risalgono al periodo compreso tra il 5.000 e il 1.000 a.C.?

E ancora, sorvolando sulla ricchezza etnica e culturale del paese, vogliamo dire qualcosa sull’umanità della sua gente? Poche volte nella vita mi è capitato di incontrare un popolo così genuino, ospitale e onesto come quello pakistano. In un paese dove lo stipendio medio per famiglia si aggira sui 150 dollari al mese, il mio portafogli smarrito – al cui interno c’erano “solo” 40 euro - ha fatto non so quanto chilometri passando di mano in mano fino a giungere a me, intatto, nella Kalash Valley.

Dal viaggio in Pakistan ci siamo portati a casa tanti di quei sorrisi e tante di quelle richieste di selfie che se fossero state caramelle avremmo fatto una bella indigestione e questo è qualcosa che non si dimentica quando poi, tornato a casa - sano e salvo - dalla “terribile” esperienza, ti ritrovi a dover spiegare alla gente che i pakistani non sono tutti talebani, falsi e ipocriti come molti ritengono. Perché un seme marcio non danneggia l’intero raccolto e nonostante la distanza e la diversità etnica, religiosa e culturale con i pakistani, tu in Pakistan ti sei sentito come uno di casa…

Diana Facile

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