Il paese a sud delle nuvole (Cina: Yunnan 1991)

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Lo Yunnan si trova nella Cina sud-occidentale, al confine con Myanmar, Vietnam e Laos, qui vive un terzo delle minoranze etniche, ventisei gruppi diversi: Hui, Nagi, Naxi, Miao, Hani, Bai, Mon-kmer, Yao etc.

Kunming: la città dell’eterna primavera perché su un altipiano. In una grande piazza troviamo i massaggiatori ciechi che ci rimettono le ossa a posto! Sulle Colline Occidentali si gode un ottimo panorama sulla valle circostante, dove sorgono numerosi templi. Al Cuihu Park troviamo gente che gioca a majong in mezzo a nuvole di fumo prodotto dalle pipe ad acqua formate da una canna di bambù. Escursione alla foresta pietrificata di Shilin, che, oltre quindici milioni di anni fa, era sommersa dall’Oceano.

Dali: con un autobus pubblico attraversiamo tutta la regione per arrivare a Dali, sul lago Erhai, abitato soprattutto da popolazioni Bai, dopo circa dodici ore. Il paesaggio è maestoso: verdi risaie e valli ovunque. Siamo a circa duemila metri di altezza, all’estremo nord c’è il Passo “Testa di drago” che separa il Tibet dallo Yunnan, mentre a sud c’è il passo “Coda di drago”, il nodo commerciale sulle vie carovaniere verso il Myanmar e l’India. L’indomani mattina con un calesse andiamo al villaggio di  Shaping, dove c’è il mercato,  le donne indossano gli abiti tradizionali colorati. La piazza è piena di ceste di pulcini, maialini al guinzaglio, spaghetti, giare. Dali è circondata dalle vecchie mura, come lo erano tutte le città cinesi. Hanno quattro porte in corrispondenza dei quattro punti cardinali.  Girovaghiamo di villaggio in villaggio, a piedi o chiedendo un passaggio sui carri trainati dai bufali. Un contadino ci invita a prendere un tè nella sua ampia casa in pietra e legno. Ad un tratto si toglie dalla bocca la sua dentiera e ce la mostra con orgoglio! Sulle rive del lago di Erhai contrattiamo con una famiglia un giro in barca e visitiamo i vari piccoli templi. Consumiamo il pranzo in barca a base di riso e pesce, ci offrono da bere l’acqua del lago bollita!

Lijang: sempre in autobus, dopo circa cinque ore, arriviamo a Lijang, dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco nel 2008. Il paesaggio è maestoso, montagne innevate, laghetti azzurri. C’è il Parco della Piscina del Drago Ner, e la città vecchia, che ricorda una piccola Amsterdam nel XIV° sec. Case in legno intarsiato, donne indaffarate con le merci indossano i loro costumi blue del popolo Nagi. Ogni porta è un negozio: il massaggiatore, l’agopunturista, il dentista, il fornaio, il sarto, il barbiere. Qui vive anche il popolo Naxi basato su una società matriarcale, le coppie infatti possono formarsi anche senza il vincolo del matrimonio o della convivenza e l’uomo deve provvedere ai bisogni della donna solo fino a quando la relazione permane. I Naxi sono famosi poi per i suoi sciamani o Dongba. Noleggiamo le biciclette e girovaghiamo per la campagna fino al villaggio Baisha dove troviamo la clinica del dott. Ho, un medico tradizionale cinese che ci cura tosse e raffreddore. Il giorno dopo, con un pulmino con autista noleggiato insieme a tre viaggiatrici inglesi, ci rechiamo alle gole dello Yang tze Kiang dove c’è il “salto della Tigre”. Qui il fiume è un torrente. Arriviamo alle cave di marmo, dove dei detenuti con catene ai piedi lavorano la pietra. Per questo fino a poco tempo fa questa zona era proibita ai visitatori occidentali. La sera poi assistiamo ad un concerto di musica tradizionale, la musica che viene dal cuore. I musicisti hanno circa 80 anni e gli strumenti sono artigianali.

Abbiamo scoperto così che era possibile viaggiare per un mese in Cina in autonomia, ed è stato un viaggio emozionante.

Foto e testo di Letizia Del Bubba

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Lijang
PhotoCredits@Letizia Del Bubba[/caption]

 

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