Libia: il nostro ritorno nel cuore del Sahara, tra dune, rovine e silenzi pieni di memori

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Siamo tornati in Libia.
Lo abbiamo fatto con il rispetto e la consapevolezza di chi sa che questo non è un semplice viaggio, ma un ritorno simbolico in una terra che per anni è rimasta chiusa, ferita, sospesa.
E siamo orgogliosi di dirlo: Viaggitribali è stato tra i primi operatori italiani a rientrare nel Paese, riaprendo le piste del deserto e le porte della storia.

Questa è la storia della nostra avanscoperta libica: un itinerario che ci ha portato dai souq di Tripoli alle incisioni rupestri dell’Akakus, dalle rovine romane di Leptis Magna alla magia di Ghadames, l’oasi sotterranea sospesa nel tempo.

Tripoli: il battito nascosto della capitale

Siamo atterrati in una città che prova ancora a ritrovare sé stessa. I musei sono chiusi, ma la vita brulica nella Medina, tra i banchi del rame e dell’oro, dove il tempo sembra essersi arreso.
La Moschea Al-Majidya, un tempo cattedrale cattolica, ci accoglie silenziosa. E il Castello Rosso veglia sulla Piazza dei Martiri, come un custode stanco ma fiero.


Akakus: il deserto come non l’avevamo mai visto

Un volo interno e poi via, jeep nel cuore del nulla.
L’Akakus è il silenzio che parla: dune maestose, archi di roccia, grotte nascoste che custodiscono pitture rupestri di oltre 4.000 anni. Scene di caccia, carri trainati, elefanti, figure pastorali: un intero mondo inciso sulla pietra.

Abbiamo dormito in tenda, sotto le stelle. Il vento del Ghibli ci ha messi alla prova. Abbiamo condiviso pasti semplici e genuini, preparati da cuochi sorridenti.
E su una duna, un concerto tuareg improvvisato, ha fatto vibrare la sabbia sotto i nostri piedi.


Un posto di blocco, un mitra e un passaggio tra tre frontiere

In direzione dell’Erg di Mourzouk, abbiamo vissuto l’unico momento teso del viaggio: un posto di blocco improvviso al confine con Niger e Algeria, armi spianate, mille domande.
Poi la calma, una telefonata, e via con scorta militare tra le piste dimenticate.
Avventura vera, quella che si scrive con la A maiuscola.


Garamanti, laghi segreti e il tempo sospeso di Ghadames

Abbiamo camminato tra le rovine di Germa, capitale del popolo garamante. Poi abbiamo raggiunto i laghi dell’Ubari, miracoli d’acqua tra le sabbie.

E infine Ghadames, oasi leggendaria. La Medina sotterranea ci ha lasciati senza parole. Abbiamo cenato in casa di una guida locale, accolti come amici di ritorno. Il turismo qui non è ancora rinato, ma la voglia di accogliere è rimasta intatta.


Sabratha e Leptis Magna: i gioielli dell’archeologia

A Sabratha ci siamo arrivati dopo giorni di incertezza, grazie a un permesso ottenuto all’ultimo: camminare tra i resti romani, ancora avvolti dalla sabbia, è stato emozionante.

A Leptis Magna, invece, il tempo si è fermato. Eravamo soli tra colonne, anfiteatri e templi. Il vento ci raccontava storie di imperatori, mercanti e pescatori.


Cosa ci portiamo a casa

Ci portiamo il privilegio di essere tornati in una Libia autentica, ancora fragile ma viva.
Ci portiamo gli sguardi dei libici, stupiti e grati nel vederci.
Ci portiamo un viaggio fuori rotta vero, senza filtri, che ci ha ricordato perché facciamo questo mestiere.

La Libia ci ha accolti con le sue contraddizioni e la sua bellezza ruvida.
E noi siamo pronti a tornarci.

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