Tra templi e sorrisi della magica Birmania

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Dopo quasi mezzo secolo di dittatura militare, la più antica della storia contemporanea, l’ex Birmania (oggi nota come Myanmar) sta timidamente aprendo le porte al mondo esterno rivelandosi come uno dei Paesi più autentici di tutto il continente asiatico. Passeggiare per i vicoli della mitica Yangon o scoprire gli incredibili templi di Bagan, giusto per citare qualche esempio, va ben oltre la pura e semplice esperienza fisica. Un viaggio in Birmania è infatti un viaggio nella storia di un paese che ha sofferto ma non per questo ha perso la speranza in un futuro migliore ed è un viaggio dentro se stessi, alla ricerca della semplicità.

Se ripenso alla Birmania a distanza di anni – ci sono stata nel 2013, poco dopo la sua “emancipazione” come stato libero – riesco a visualizzare due immagini davanti a me: i sorrisi della gente e i suoi splendidi templi che si susseguono senza soluzione di continuità in tutto il paese.

Vi dirò, mi sono chiesta spesso come un popolo che è stato privato per ben 45 anni di qualsiasi forma di libertà possa avere ancora la voglia di sorridere e la risposta che mi sono data è che, con ogni probabilità, sia l’unico modo per non soccombere. I birmani il sorriso sembra che l’abbiano tatuato sul volto, opera di un’entità suprema che permea l’intero paese di spiritualità. Sto parlando del buddhismo theravada, praticato dal 90% circa della popolazione, una filosofia di vita che insegna a recuperare l’equilibrio personale e l’armonia con il mondo circostante e questo, vuoi o non vuoi, ridimensiona il tutto e lo pone in un’altra prospettiva.

Non è quindi un caso che l’ex Birmania – come buona parte del Sudest asiatico – si caratterizzi per la presenza cospicua di "Stupa" e "Pagode" disseminati su tutto il territorio, anche nei suoi angoli più remoti, con una concentrazione altissima nella Piana di Bagan (Birmania Centrale), must assoluto di un viaggio nel paese. Pensate che al tempo del suo apogeo, tra i secoli XI e XII, su una superficie di 104 km2 si contavano all’incirca 11.000 templi e, sebbene oggi ne siano rimasti in piedi poco più di 2.000 (in vario stato di mantenimento e tutti ugualmente ritenuti sacri), mi viene in mente una sola parola per definirne la visione. Sublime!

Veder sorgere il sole sulla Piana di Bagan dall’alto di uno dei suoi templi è un’esperienza mistica e quasi surreale: pagode, pagode e ancora pagode che si ergono sontuose in mezzo alla vegetazione incarnando in pieno lo spirito di cui è intriso il paese. Meraviglia allo stato puro!

La magia della Birmania non si può racchiudere in poche righe perché te la porti dietro anche quando te ne vai e ti rendi conto di averla ancora dentro quando la rievochi a distanza di anni. Una magia fatta dai sorrisi e dalla genuinità del Popolo Birmano che nel buddhismo trova la sua massima espressione. Scusate se è poco…

Diana Facile

 

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