5 curiosità sull’Iraq, l’antica Mesopotamia

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In un passato dimenticato le fertili valli tra il Tigri e l’Eufrate furono la culla di civiltà oggi scomparse: il moderno Iraq altro non è che l’antica Mesopotamia dove Assiri, Sumeri e Babilonesi stabilirono il centro nevralgico del mondo antico. Lacerato tra il glorioso passato e gli sconvolgimenti della storia recente, l’Iraq ha da poco riaperto le porte ai viaggiatori internazionali, rivelando al mondo intero la sua sconfinata ricchezza. Vi raccontiamo oggi alcune curiosità sull’Iraq, paese entrato a gamba tesa tra i nostri viaggi di gruppo in luoghi sconosciuti al turismo di massa.

Iraq: la carta d’identità

  • nome completo: Repubblica d’Iraq (d’uso anche Irak)
  • superficie: 438.317 km2
  • popolazione: circa 44 milioni di persone
  • capitale: Bagdad
  • lingue ufficiali: arabo e curdo
  • moneta: dinaro iracheno
  • religione: mussulmana sciita (62%) e mussulmana sunnita (34%)

Cinque curiosità sull’Iraq

Il nome 

La prima curiosità sull’Iraq riguarda il nome, adattamento del termine eraq che in persiano antico significa terre basse: nel Medioevo con questo nome ci si riferiva solo alla zona del paese attraversata dal Tigri e l’Eufrate, tra Bagdad e il Golfo Persico, mentre a nord l’antica Mesopotamia era chiamata dagli Arabi al-Giazira, ossia l’isola.

La Torre di Babele

La Torre di Babele – il cui nome è riconducibile all’ebraico bālal che significa confondere - fu costruita in Iraq in seguito al diluvio universale scatenato dalle divinità per distruggere la civiltà: il proposito era quello di issare una torre così alta da raggiungere il cielo e quindi Dio. Secondo il racconto biblico, all’epoca gli uomini parlavano tutti la stessa lingua e così Dio, per evitare che la torre fosse portata a termine, creò scompiglio tra le genti portandole a parlare lingue diverse di modo che non si capissero più.

Irak, culla di superstizioni

Non tutti sanno che nell’antica Mesopotamia radicano numerose pratiche e superstizioni, alcune peculiari del paese – come sacrificare un agnello quando si compra una casa nuova invocando la buona sorte - mentre altre hanno valicato i confini nazionali e sono diventate d'uso universale: il fatto che incrociare un gatto nero porti sfortuna, per esempio, così come le pratiche divinatorie legate alle costellazioni o la divisione tra il giorno e la notte in due cicli da dodici ore l’uno pare abbiano origine proprio in Iraq e che poi si siano trasmesse, di generazione in generazione, fino ai giorni nostri.

L’Iraq a tavola

In Iraq le posate sono un optional perché generalmente si mangia con le mani, in particolare la destra; la sinistra è utilizzata invece per le attività legate all’igiene corporale. Per il popolo iracheno il cibo è un piacere che si apprezza ancor di più ricorrendo all’uso del tatto, oltre che del gusto. Non si può certo dargli torto: la cucina irachena - che risente delle influenze dei paesi vicini come l’araba, la turca, la greca e la persiana - risulta estremamente variegata ed è uno dei motivi d’orgoglio della popolazione dell’Iraq.

Siti UNESCO

L’Iraq vanta ben sei siti dichiarati dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità e altri tredici che sono candidati per le nuove iscrizioni: tra i tanti abbiamo scelto di approfondire con un articolo a parte la storia di Erbil – potete leggerlo a questo link – che rappresenta la testimonianza tangibile della plurimillenaria presenza umana nella zona

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