LA DANCALIA LUNARE
Il Dallol e il Vulcano Erta Ale
FOCUS DEL VIAGGIO:
- IMPEGNO ALTO/ELEVATO
- DURATA 10 GIORNI, 7 NOTTI
- VIAGGIO NATURALISTICO, CULTURALE
- GUIDA LOCALE ESPERTA IN LINGUA ITALIANA
STILE DEL VIAGGIO:
- TURISMO CULTURALE, GEOTURISMO, ETNICO
- TURISMO NATURALISTICO, WILDLIFE, AFRICAN EXPEDITION
- TURISMO FOTOGRAFICO: LANDSCAPE, SKYLINE, PORTRAIT, NATURA, STREET LIFE, TRAVEL REPORTAGE
VIAGGIO IN SICUREZZA:
- HOTEL – STRUTTURA CATEGORIA 4* CAPITALE E 2*-3* ALTRE LOCALITA’ (QUELLI DISPONIBILI) E TENDE IN DANCALIA
- MEZZI DI TRASPORTO IN SICUREZZA (Jeep)
- 2 VOLI INTERNI
- CORRISPONDENTI CONSOLIDATI E AUTORIZZATI
- ITINERARIO IN SICUREZZA
- GARANZIA POLIZZE DI VIAGGIO EUROP ASSISTANCE
EMOZIONI DEL VIAGGIO:
Un viaggio breve ma intenso che farà scoprire la Dancalia, la terra degli Afar, spettacolare regione desertica, un territorio aspro che cela bellezze geologiche uniche al mondo, spettacoli di una natura primordiale ai confini del tempo e dello spazio. E’ una Spedizione, non un viaggio, al centro della depressione dancala, uno dei posti più bassi e più inospitali della terra. La depressione della Dancalia è geologicamente un’area fra le più instabili del mondo. Al di sotto della superficie vi sono 12 vulcani attivi, geyser fumanti e un lago di lava in continua ebollizione, il cui principale è l’Erta Ale, con una caldera vulcanica a cielo aperto, e il Dallol, un antico vulcano collassato, lungo la nota Rift Valley. Al di sopra calore, fuoco, e colori abbaglianti ne fanno un’area fra le più affascinanti del pianeta. La Dancalia rappresenta un’esperienza intensa di vita ma anche molto impegnativa. L’itinerario è effettuato con veicoli fuoristrada con autista e pernottamenti in hotel e bivacco/campo tendato mobile. Consigliato a viaggiatori esperti, in buone condizioni di salute e spirito di adattamento alle temperature molto elevate e sopportazione per qualche faticoso trasferimento. E’ necessario informarsi sullo stile di viaggio prima di partire e per affrontare in modo consapevole
Recensioni
16/02/2015
Ottima esperirienza di viaggio
Come si può capire dal titolo siamo, io e Rita, rimasti molto soddisfatti da quello che definire viaggio è un po' riduttivo. Ugo, la nostra guida, alla fine è diventato più un amico che altro senza perdere di professionalità, fra l'altro molto elevata. La Dancalia per quanto inospitale è di un fascino tale che vale tutti i disagi che bisogna affrontare che, oltretutto, sono stati piuttosto ridotti dalla bravura dello staff che ci accompagnava. Ottimo anche il mix culturale con la visita alle chiese del Tigray ed a Lalibela. Grazie di nuovo per l'organizzazione che ci ha permesso di effettuare quella che si può tranquillamente definire " esperienza di vita". Leonardo e Rita
Leonardo Raspin
Dicembre 2016
Siamo Maria e Oliviero . Partiamo per il viaggio desiderato da molto tempo. Finalmente il nostro sogno diventa realtà. Dopo tanto cercare, informarsi e fare domande, riusciamo a capire cosa vogliamo fare: partire per la Dancalia in Etiopia, scalare il vulcano Erta Ale, conoscere la zona del sale dai mille colori. Per Oliviero lo scopo del viaggio è salire sul vulcano. Per me è scoprire il Dallol. Otteniamo entrambi i risultati. Tutto bene nel viaggio di andata Bologna-Istambul-AddisAbeba. Ci accoglie la guida etiope, ABI, cortese e molto professionale. I componenti del viaggio (lo chiamo viaggio, non tour, perché siamo viaggiatori, non turisti) Fabio e Daniela di Asti, appassionati scopritori. Roberta e Andrea di Padova, fotografi appassionati naturalisti e Dario Prof. universitario e prezioso geologo. Rossella di Roma, amante di viaggi tribali e psichiatra. Noi Come definirci? Curiosi di scoprire paesi e mondi al di sopra della umana comprensione. In pratica noi siamo come dicono i nostri figli: incoscienti nati e cosi moriremo. Non che la cosa ci preoccupi molto! Quando un'avventura ci attira, partiamo. Ci troviamo a Istanbul e si prosegue per Addis-Abeba. La nostra guida ABI ci accoglie e l'albergo anche. Poche ore di sonno e partiamo per la grande avventura. Su fuoristrada quattro per quattro con driver formidabili, ci aspetta LALIBELA. Bella cittadina con mercato, amore di Rossella che fa man bassa di sciarpe, souvenir e quant'altro. In questo mercato si compra e si vende di tutto, capre, pecore, frutta e verdura. Dai vestiti ai sandali di plastica, ai legni da bruciare come profumi per la casa. Legumi, granaglie, spezie ecc. ecc. Oliviero ha contrattato una pecora. Poi, non avendo cuore di legarla sul portapacchi della macchina non l’ha acquistata. A LALIBELA ci sono le bellissime chiese scolpite nella roccia, PATRIMONIO dell'UNESCO. Arrivo a MEKELLE, ancora chiese scolpite nella roccia. Una dedicata a San Giorgio, l'altra dedicata alla Madonna. Sempre PATRIMONIO del'UNESCO. Se pensiamo che da una roccia sono state scalpellate a mano e scavate pezzetto per pezzetto, l'impresa è veramente titanica. Scendiamo per una lunga scalinata fino ad un santuario Mariano. Qui troviamo i sacerdoti che stanno officiando una messa con canti e cori di religione Ortodossa Copta Etiope. Il tutto molto suggestivo. La risalita però, non è delle più agevoli e a un tratto mi trovo affiancata da un ragazzino di 8/10 anni che mi porge la mano in segno di aiuto. Rimango piacevolmente sorpresa e sorridendo prendo quell'aiuto inaspettato ringraziandolo e di rimando vedo la sua gratitudine perché ha imparato una parola italiana. Arrivati sulla cima, sorridendo se ne va! Grande lezione di rispetto per i più grandi. In Italia non esiste più. Si prosegue, cavalchiamo grandi cime e passi a 3500 metri Slm. incontriamo famiglie di scimmie e venditori di oggetti di artigianato locale. Il vento è freddo e fischia nelle orecchie. Finalmente comincia la discesa verso la depressione del DALLOL a 116 metri sotto il livello del mare. Molto caldo, qui si sfiorano i quarantacinque gradi. Le rocce in questa zona sono diverse dal resto del paese, questa depressione si presenta come una zona con specie di vasche con cornici di cristallo che contengono sale, zolfo e soda. Le esalazioni tolgono il respiro ma nulla mi può fermare basta un fazzoletto a coprire naso e bocca e mi avventuro in un inferno Dantesco. Dimentica di tutto e tutti davanti a me vedo sale, sassi e fatica, ma nulla importa. Lo scopo del mio viaggio è qui a portata di piede. Avanzo a fatica, un passo dopo l'altro il fiato manca ma non importa. Vado avanti imperterrita senza paura e senza pensare a nulla se non a quello che vedrò fra poco. E' quasi come un parto che, nonostante dolore e fatica vai avanti, per poter fra poco vedere il tuo bimbo cioè lo spettacolo che si presenta ai miei occhi. E in effetti nulla può esserci di più bello, esaltante, affascinante e mi sento appagata nell'animo perche ciò che mi aspettavo si è finalmente avverato. Ho davanti agli occhi ciò che mai avrei neppure immaginato esistesse al mondo. I colori giallo, amaranto, marrone, ocra e verde smeraldo depositati dai minerali sulle saline formano un caleidoscopio che mi affascina ed emoziona. Quasi non mi accorgo di ciò che mi circonda, Sono presa da una emozione profonda. Ci sono formazioni saline dalle più svariate forme. Una sembra un piccolo cane, l'altra un albero di natale, altre ancora sembrano enormi funghi. Ma perche queste cose cosi belle devono essere cosi inaccessibili? Forse per essere ancora più apprezzate. Noi abbiamo viaggiato molto, visitato tanti luoghi meravigliosi ma la bellezza di questi è fuori da ogni immaginazione. Ora vi voglio parlare di una tribù nativa di queste terre cosi inospitali. La tribù degli AFAR . Popolo fiero, autonomo e indipendente che ancora oggi raccoglie il sale con sistemi antichi e manuali. Con fatica immane lo riducono in piccole mattonelle, le caricano su muli e dromedari per portarle fino al grande mercato di MEKELE da dove proseguirà per la lavorazione. Siamo loro grati per l'aiuto fornito in questa grande avventura. Partiamo per la seconda tappa: La salita al vulcano ERTA-ALE. Dopo un viaggio disagevole, fra polverosi deserti, sentieri di lava che sembrano dilungarsi all'infinito, fra scossoni e disagi, finalmente arriviamo al campo base! Qui ci aspettano gli amici AFAR con dromedari, materassini per dormire sotto le stelle. Cucina da campo con tre cuochi. Leggero riposo, cena veloce e inizia la salita per l'agognata meta. Gambe in spalla, acqua in abbondanza e partiamo per il vulcano. La lava ridotta a sassolini scricchiola sotto le suole delle scarpe e rende la salita difficile. Poi si arriva sulla lava solida e tutto sembra più facile. Ma cosi non è. Il sentiero è irto e difficile, la marcia rallenta e le gambe sembrano di piombo. Ma si va avanti, sempre avanti con il pensiero fisso all'obbiettivo. Passano quattro lunghissime ore. Ora ci resta solo la parte finale, ma è la più impegnativa perche siamo stanchissimi. Ora siamo sul bordo del vecchio cratere e vediamo la lava laggiù in fondo. Ultimo sforzo e scendiamo in quello che veniva chiamata "la porta dell'inferno". I gradini intagliati nella roccia sono ripidi e pericolosi, ma finalmente siamo sul bordo del cratere attivo. IL calore è intenso, i colori brillantissimi, il rosso e il bianco del fuoco sono accecanti. L'emozione è forte. Scattano le foto ed i filmati a ricordo di questa impresa. Ma sopratutto questa esperienza rimarrà impressa nei nostri ricordi. Mai e poi mai riusciremo a trasmettere a parole ciò che portiamo nel cuore. Si torna sul bordo del vecchio cratere e si cerca di dormire per qualche ora in attesa dell'alba per iniziare la discesa e rientrare al campo base. L'alba schiarisce il cielo ma il vento spira gelido e qualche raffica ci fa barcollare. Ora siamo felici e orgogliosi di avercela fatta, quindi partiamo a spron battuto. Ci penserà la stanchezza a farci rallentare. Tre ore e mezza per arrivare di nuovo al campo base dove ci aspetta una buona e abbondante colazione dai nostri bravi e attenti cuochi. Ora siamo in partenza per un parco naturale dove vedremo babbuini, varie razze di uccelli tra cui i tessitori. Piccoli volatili che costruiscono nidi enormi intrecciati con rami e fili d'erba. Il nibbio, il gippone, le cicogne e vari aironi. Le cascate del fiume AWAS si presentano maestose e impetuose. Scendono verso il fiume dove stanziano vari coccodrilli, che al sole del mattino si scaldano pigri. La sera dormiamo nel lodge arredato in puro stile africano. La nostra esperienza volge al termine e ci dirigiamo alla volta della capitale: ADDIS-ABEBA dove ci accoglie un bellissimo Hotel in attesa del volo di ritorno. Ma purtroppo una brutta notizia ci attende. Ad Istambul è nevicato molto e l'aeroporto è chiuso. Quando si riuscirà a partire? Nessuno lo sa. I nostri amici, con impegni di lavoro pressanti, non possono rimandare il rientro e scelgono soluzioni alternative. Chi via FRANCOFORTE e chi via IL CAIRO. Noi, beati pensionati senza nessun pensiero al mondo, aspettiamo il nostro turno e tranquillamente ci godiamo quattro giorni di vacanza in più. L'odissea finisce e finalmente torniamo a casa, accolti con baci e abbracci dai nostri cari che ci avevano dato per dispersi. Grazie a MASSIMO PEGORARO e al suo staff dell'agenzia VIAGGI TRIBALI, alla guida ABI ed ai suoi collaboratori. Ai nostri amici viaggiatori e grazie anche a mio marito OLIVIERO, che nei momenti di stanchezza mi è sempre stato vicino. Maria e Oliviero