Il Bwindi Impenetrable Forest National Park, in Uganda

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Il Bwindi Impenetrable Forest National Park si estende su una superficie di 331 km2 ed è una delle foreste che presenta la maggior biodiversità di tutta l’Africa: fino a cinque secoli fa costituiva un tutt’uno con la foresta dei monti Virunga (tra Repubblica Democratica del Congo e Rwanda) ma ora rappresenta un nucleo a se stante con la sua popolazione di gorilla di montagna. Si trova nel ramo più occidentale della Rift Valley ed è entrato a far parte dei grandi parchi nazionali nel 1991. Dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 2011, presenta due aree dove si può partire alla ricerca dei primati: Buhoma e Nkuringo.

Il Bwindi Impenetrable Forest National Park ospita ben 120 specie di mammiferi (tra cui i primati), 200 specie di farfalle e circa 350 specie di uccelli tra cui 23 tipiche della Rift Valley Albertina e 14 endemiche che ne fanno una meta ambita dagli appassionati di birdwatching.

Nei periodi ad alto flusso turistico (tra giugno e settembre e da inizio dicembre a fine gennaio) la disponibilità dei Gorilla Permit si esaurisce rapidamente ed è opportuno prenotarlo con molti mesi d’anticipo. Un tempo i privati potevano acquistarlo in autonomia presso la sede dell’UWA (Uganda Wildlife Authority) a Kampala, ma oggi non è più possibile e l’acquisto passa necessariamente dalle agenzie autorizzate.

Oltre alla foresta equatoriale, al Bwindi Impenetrable Forest National Park si trovano piantagioni di tè e di banane dove talvolta sconfinano i gruppi di gorilla. Senza ombra di dubbio è una piccola isola di biodiversità, tra le più significative del pianeta, immersa in un mare di monotone piantagioni. Il parco in sé costituisce solo una piccola parte dell’estesa foresta tropicale che un tempo copriva oltre il 20% del territorio che costituisce l’attuale Uganda, mentre oggi raggiunge a malapena il 3%. Nonostante le dimensioni ridotte, la foresta del Bwindi presenta una grande diversità di flora e fauna arricchitasi, grazie alla sua posizione ai margini della Rift Valley, di specie endemiche tipiche della depressione.

Il Bwindi Impenetrable Forest National Park è indubbiamente uno dei parchi dell’Uganda più famosi tra gli appassionati di eco-turismo ed è ancora oggi la meta più nota e gettonata per chi vuole incontrare i mitici gorilla di montagna: nel parco vivono ben cinque famiglie di primati di cui quattro destinati all’incontro con l’uomo e uno alla ricerca.

Il Bwindi – che in lingua locale significa luogo oscuro – è stato a lungo l’unico parco in cui la possibilità di avvicinare il primato era concreta e reale: la Repubblica Democratica del Congo e il Rwanda hanno a lungo precluso l’esperienza a causa della situazione politica e sociale difficile e rischiosa. Da quando il parco di Mgahinga (nell’estremo sud dell’Uganda) e il Volcanoes National Park (sul versante rwandese dei monti Virunga) hanno riaperto le visite e la possibilità di cercare i gorilla (nel 1999), il Bwindi Impenetrable Forest National Park ha perso il suo monopolio.

I ricercatori stimano che siano presenti circa 700 gorilla di montagna suddivisi tra i diversi parchi presenti in Rwanda, Congo e Uganda, di cui una buona metà si concentra nelle foreste del Bwindi Impenetrable Forest National Park. I gruppi familiari di gorilla visitabili ogni giorno dai turisti sono 32 e sono ammessi solo 8 visitatori a gruppo. Il tempo necessario a raggiungerli dipende da vari fattori tra cui la localizzazione dei primati, le condizioni meteorologiche e il terreno: si possono incontrare dopo un’ora di cammino, ma anche dopo un’intera giornata. Per la sicurezza dei partecipanti e degli stessi gorilla, ogni gruppo è accompagnato da una guida esperta e da un paio di ranger. In alcuni casi sono presenti anche battitori-scout.

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