Una delle caratteristiche principali del buddhismo tibetano è il gran numero di festival religiosi presenti in pressoché tutti i paesi himalayani che assumono il nome di Choepa, Dromcho, Drup fino ai più conosciuti Tsechu. Sono feste in cui si commemorano le imprese del santone indiano Guru Rimpoche – avvenute tutte nel 10° giorno del calendario lunare – e consistono in una serie di danze che rappresentano la vita e i meriti del Maestro. Tra queste manifestazioni, estremamente sentite dai fedeli, una delle più spettacolari del Buthan è il Jambay Lhakhang Drup che dura quattro giorni e si celebra nella Bumthang Valley, area in cui si susseguono piccoli villaggi, fitte foreste di pini e bambù, spazi immensi e silenzi ricchi d’atmosfera che permeano l’atmosfera di filosofia e spiritualità.
Il Jambay Lhakhang Drup si caratterizza per le danze suggestive dei monaci buddhisti con indosso costumi e maschere che si muovono al ritmo della musica tradizionale e raggiunge il suo apice con il Mewang (il rituale del fuoco volto a benedire le donne sterili per dare loro fertilità) e il Tercham (durante il quale sedici uomini danzano nudi attorno al tempio allo scoccare della mezzanotte). Il Tercham affonderebbe le radici nell’VIII secolo quando un gruppo di demoni mise l’area in subbuglio e gli uomini, per distrarli, si spogliarono completamente e iniziarono a ballare nudi ammaliandoli con i loro movimenti e rendendoli inoffensivi.
Oltre a rendere omaggio al Guru Rimpoche (che introdusse il buddhismo tantrico in Bhutan), il Jambay Lhakang Drup onora il leggendario Jambay Lhakhang Temple (noto anche come Temple of Maitreva), uno dei 108 monasteri edificati dal re tibetano Songtsen Gampo nel VII secolo a.C. per immobilizzare il demone disteso sulla catena himalayana che minacciava di lasciare la regione in balia di forze selvagge e maligne ostacolando la diffusione del buddhismo nel paese.
ll Jambay Lhakhang Temple, in particolare, fu costruito per bloccare il ginocchio sinistro del demone. Il demone rimase inchiodato al terreno per l’eternità consentendo al re di liberare la terra dal diavolo e introdurre il buddhismo in Tibet.
Dei 108 templi ne rimane oggi solo una manciata e il Jambay Lhakhang, uno dei più antichi e sacri del Regno del Bhutan, è uno dei superstiti.
Diana Facile
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