Non chiamatela “isola di Mozambico”, come fosse una tra le tante isole: Ilha è “Ilha”, ed è così che i mozambicani vogliono che la si chiami. La storia che racchiude questa piccola isola è incredibile. Basti pensare che “Ilha de Moçambique” e l’isola da cui nacque il nome “Mozambico”; quando Vasco de Gama approdò sull’isola nel 1498, parlò con un signore dell’isola che si faceva chiamare “Mussa Bin Biki” o “Mussa Al ambiki”: sulle mappe, da quel momento l’isola divenne “Ilha de Moussambiki” da cui derivò “Ilha de Moçambique”.
Patrimonio dell’umanità protetto dall’UNESCO, prima capitale del Mozambico, terra di scrittori ed esploratori, ospita gelosamente la prima chiesa costruita in regione sub-sahariana. In questo piccolissimo lembo di terra convivono 15,000 persone di culture e credi differenti; musulmani, cristiani e induisti dividono e condividono con saggezza i propri spazi culturali.
Partendo dalla parola “tempo”, che qui scorre lento e immutabile, occorre averne perché Ilha abbia il tempo di rapirvi, di rallentare i vostri ritmi in un’altalena di stupore e passione: la guerra non ha mai toccato Ilha perché nessuno dei due eserciti ha mai azzardato ad attraversare il ponte per paura di rimanere braccato ed essere sconfitto, per cui la decadenza dei palazzi è semplicemente dovuta al tempo e alla salsedine. Lo splendore di un tempo è ben visibile nelle residenze signorili, negli uffici amministrativi, nelle chiese e in quel gioiello di architettura che è la Fortezza si S. Sebastiano.
Ilha de Moçambique è situata a circa 4 km dalla costa ed è collegata alla terraferma da un lungo ponte. È lunga circa 3 km, e larga un massimo di 500 metri circa. L’isola è completamente urbanizzata e l’unico elemento non ancora manipolato dall’uomo sono le spiagge di roccia. Relativamente piana, con alcuni piccoli dislivelli, il punto più alto dell’isola si trova a 9m circa, nella zona chiamata Città di Pietra, costruita in pietra e calce durante il periodo coloniale portoghese, e la Città Macuti, in cui vive la maggior parte della popolazione locale nelle tipiche capanne dal tetto di paglia (macuti).
Data la posizione geografica strategica, Ilha è servita come rifugio durante la guerra a numerose popolazioni della vicina località di Lumbo e di alcuni distretti circostanti come quello di Mossuril e Monapo. Queste migrazioni forzate hanno fatto aumentare la pressione demografica e lo sfruttamento a cui è sottoposto il mare hanno creato danni al territorio. Da notare che le risorse ittiche sono la fonte principale, se non unica, di sopravvivenza per la maggior parte della popolazione.
Nel 1991 Ilha è stata dichiarata dall’UNESCO Patrimonio Universale dell’Umanità; i criteri secondo i quali venne inserita sono due:
“La città e le fortificazioni sono un esempio eccezionale di un’architettura in cui tradizionali locali, influenze Portoghesi, Indiane, Arabe sono tutte intrecciate”
“L’Isola di Mozambico è stata testimone importante nello sviluppo di itinerari tra Europa Occidentale ed Orientale”.