Riconosciuta dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità nel 1994 e definita – per grandiosità e bellezza – una delle Sette Meraviglie del Mondo Naturale, la Baia di Ha Long è evocativa un po’ per tutti con il suo gigantesco dedalo di terre e acqua che ne fa l’immagine di copertina per eccellenza del Vietnam.
Una sorta di caos geologico dalle proporzioni epiche – oltre tremila isole, isolotti, fiordi, scogli, faraglioni e archi di roccia modellata da onde e tifoni – che occupa i 1.500 km2 di superficie del Golfo del Tonkin, nel nord del paese.
Indubbiamente la meta turistica più gettonata del Vietnam e anche se noi, come Tour Operator, privilegiamo luoghi meno battuti e più ricercati, non possiamo far altro che riconoscerne la bellezza e dedicarle uno spazio nel blog di Viaggitribali.
La nascita leggendaria della baia di Ha Long
Sulla nascita della Baia di Ha Long circolano due leggende entrambe legate alla figura del drago – non a caso la traduzione di Ha Long è “dove il drago scende in mare” – ed entrambe radicate in un passato ormai remoto.
La prima vuole che per salvare gli antenati dei Viet dagli invasori provenienti dal nord, gli dei inviassero dal cielo una famiglia di dragoni. Atterrati nell’attuale Vinh Ha Long, i grandi rettili alati iniziarono a sputare gioielli e pezzi di giada che toccando il mare si trasformarono in isole e scogli formando una fortezza inespugnabile dai nemici. Fu così che nacque l’odierno Vietnam e i draghi se ne innamorarono al punto da sceglierlo come fissa dimora. Oggi mamma drago si trova ad Ha Long mentre i figli sono nella baia di Bai Ha Long, a cinque chilometri di distanza dalla genitrice.
Secondo l’altra leggenda, anch’essa molto nota, tutto ebbe inizio quasi 3.000 anni fa durante il Regno del primo dei Re Hung. Viveva all’epoca sul litorale un drago enorme, talmente grande che quando si spostava con il corpo sosteneva la terra di Annam (l’attuale Ha Noi), il suo cuore batteva a Hué e i suoi arti si estendevano - secondo il suo piacere e benessere - tra il delta del nord e quello del sud. Un giorno gli spiriti delle acque decisero di uccidere il drago con l’aiuto degli uomini, dei pesci e degli spiriti celesti e lui, per difendersi, lanciò verso di loro una fiammata che li pietrificò tutti per l’eternità. Poi se ne andò sulla montagna più alta e si tuffò nel golfo del Tonkin disegnando con il turbinio provocato dalla sua coda monti, vallate e crepacci. L’acqua si sparse ovunque lasciando fuori solo alcuni pezzi di terra, testimoni fedeli della sua ira funesta.
Nascoste all’interno delle rocce si trovano alcune grotte molto belle – spesso anch’esse leggendarie – tra cui quella di Thien Cung, nota come il Palazzo del Cielo o Palazzo del Paradiso, dove secondo la mitologia locale si tenne il matrimonio tra la principessa May e il principe Dragone, e quella di Quang Hanh, illuminata da squarci di luce naturale e cascate di stalattiti colorate.
Ecco quindi spiegato perché in Vietnam la figura del drago è onnipresente, dai templi ai bordi dei tetti e delle travi, dagli arredi di interni ai piatti per mangiare, dagli abiti degli antichi imperatori a quelli dei comuni cittadini. Vista così la Baia di Ha Long aggiunge fascino e romanticismo all’opera della Madre Terra che si dimostra sempre estremamente prodiga verso i suoi figli.
Diana Facile
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