Le principali città dell’Etiopia da visitare, rilevanti a livello storico, sono Axum, Lalibela e Gondar.
Axum, la capitale del regno della Regina di Saba
Nel Kebre Nagast (Libro dei Re) si narra che Axum fu capitale già nel X secolo a.C. con la Regina di Saba, mentre secondo altre fonti divenne capitale nei primi secoli a.C. e raggiunse il massimo dello splendore nel III secolo d.C.. Il dato certo è che fu un grande regno, paragonabile a quello romano dell’epoca.
I principali monumenti della città di Axum si concentrano nel Parco settentrionale delle Stele: il più grande monolito costruito dall’uomo – 33 metri di altezza per 500 tonnellate di peso – giace a terra, vittima della sua stessa magnificenza. Alcuni di questi esemplari sono interamente lavorati, altri meno e ce ne sono anche di completamente lisci. La seconda stele in altezza, 23 metri, fu trafugata dalle truppe italiane durante la Seconda Guerra Mondiale: restituita nel 2008, svetta oggi come simbolo di pace e impegno di collaborazione tra i due paesi.
Dal grande valore storico e culturale, imprescindibili per chi desidera conoscere a fondo la città Axum e la cultura dell’Etiopia, segnaliamo la Chiesa di Santa Maria di Sion (che pare custodisca l’Arca dell’Alleanza contenente le due tavole di pietra consegnate da Dio a Mosé sul Monte Sinai), la Tomba di Kaled e il Bagno della Regina di Saba.
Negli immediati dintorni di Axum si trova inoltre il villaggio di Yeha, antica città che ospita un tempio pagano dedicato alla Luna risalente al V secolo a.C..
Lalibela, l’Ottava Meraviglia del Mondo.
Tra le città dell’Etiopia da visitare sì o sì, Lalibela occupa una posizione di primo piano.
La città di Lalibela – nota anche come antica Roha – sorge a 2.600 metri s.l.m. accanto al grande Abuna Josef (un’amba di 4.000 metri d’altezza) e preserva le tradizionali case fatte a tucul di due piani in pietra. La sua fondazione - legata all’ultimogenito della dinastia Zagwe - risale al XII secolo e conserva meravigliose chiese monolitiche che la rendono unica nel suo genere.
L’area in cui si concentrano le chiese pullula di pellegrini che si recano in visita tutto l’anno, specialmente in concomitanza con le feste copte: undici edifici di culto edificati nel tufo e collegati l’un l’altro da corridoi e cunicoli scavati nella roccia.
Le chiese di Lalibela si dividono in due settori, separati dal fiume noto come il Giordano dagli etiopi.
Le prime sei – Bet Golgotha, Bet Mika’el (conosciuta come Debre Sina), Bet Maryam, Bet Meskel, Bet Danaghel e Bet Medhame – si trovano a nord e sono scavate nel terreno, mentre le restanti cinque - Bet Emanuel, Bet Mercurios, Bet Abba Libanos, Bet Lehem, Bet Gabriel e Rafael – si trovano a sud e sono state ricavate nel corpo della montagna.
La dodicesima, Bet Giorgis, è dedicata al patrono dell’Etiopia: è la più famosa perché l’unica ad avere la pianta a forma di croce e si trova isolata rispetto al resto del gruppo.
Tutte le chiese presentano decorazioni esterne e finestre a forma di croce, mentre all’interno contengono nicchie, altari e affreschi che donano al tutto un’ipnotica estasi.
Gondar, la Camelot d’Africa
Gondar è l’antica capitale etiope ed è situata in una conca protetta a nord da una catena di montagne che superano i 3.000 metri d’altezza ricoperte a tratti da boschi di eucalipti.
È una delle città dell’Etiopia più interessanti grazie alla posizione geografica, al clima mite tutto l’anno, all’antica tradizione culturale e al suo centro storico, in stile medievale portoghese, ricco di monumenti.
Gondar assunse il rango di capitale dell’Etiopia nel 1635 sotto il re Fasiladas che iniziò la costruzione di castelli, palazzi e chiese richiamanti la tradizione etiopica. Tra le mura imperiali, che comprendono il castello di Fasiladas e di Iyasu, si conserva l’immenso patrimonio dei secoli passati. Passeggiare all’interno delle fortezze equivale a un tuffo nel passato che rende facile immaginare la vita dei re e dei cortigiani del tempo d’oro fatta di banchetti, spettacoli e intrighi di corte: tutto molto evocativo!
Tra gli imperdibili della visita di Gondar c’è la chiesa di Debra Berhan Selassie (che significa Monte della Luce della Trinità) che oltre ad avere le pareti adornate di affreschi raffiguranti la vita dei santi, di Cristo e della Madonna, presenta affreschi anche sul soffitto ligneo con i volti di giovani cherubini dai grandi occhi neri che guardano verso gli ingressi e le uscite della chiesa.
Addis Abeba e la nuova Etiopia
Tra le città dell’Etiopia, seppur recente, non si può tralasciare Addis Abeba.
L’attuale capitale fu edificata nel 1887 per volontà e scelta della Regina Taytu (moglie dell’Imperatore Menelik) a un’altitudine di 2.500 metri, dove furono edificati il Palazzo Imperiale e la Chiesa di Santa Maria in Zion il cui nome, lo stesso della chiesa di Axum, fu scelto con l’intento di creare una capitale sontuosa, pari a quella dell’antico regno.
All’epoca di Menelik risale la costruzione di una serie di istituzioni tra cui il primo ospedale, la prima scuola moderna del paese, la prima banca, ma anche la tipografia, il primo albergo e la prima area dedicata allo sport. Addis Abeba continuò il suo sviluppo urbanistico sotto l’Imperatrice Zawditu e Haile Selassie prima, e durante l’occupazione dell’Italia fascista poi che oltre agli edifici, progettò e costruì molte strade.
Considerata all’unanimità come la Capitale d’Africa, Addis Abeba ha al suo interno la Commissione Economica delle Nazioni Unite per l’Africa (ECA) e l’Organizzazione per l’Unità Africana (OUA). Altre peculiarità di Addis Abeba hanno nomi che non lasciano dubbi sulla derivazione: Piazza e Mercato.
Piazza è un quartiere di chiara impronta coloniale ed è una zona animata dalla presenza di orefici, pasticcerie, caffè, sartorie, negozi di elettronica e rivendite di ogni tipo, mentre Mercato è il mercato più grande d’Africa dove si può trovare di tutto: è diviso in settori, ognuno dei quali dedicato a prodotti diversi.
La vera chicca di Addis Abeba è il Museo Nazionale che al suo interno espone reperti risalenti all’età axumita, con una parte dedicata alla nascita dell’uomo che sfocia nella famosa Lucy, il primo ominide risalente a oltre 3,2 milioni di anni fa: fu chiamata così perché i ritrovatori, nel novembre del 1973, festeggiarono la notte al suono della celebre canzone dei Beatles.
Oggi Addis Abeba è una città che volge sempre più alla modernità e si distingue per la piacevole vita notturna. Gli etiopi amano divertirsi e i locali in cui farlo abbondano: ristoranti turistici e tradizionali dove talvolta si può assistere a spettacoli di musica e danze dal vivo, discoteche e club di tutti i tipi e per tutte le tasche che spesso pullulano di gente, dando vita a una vera e propria movida.