La Valle dell’Omo è un territorio dalla bellezza inenarrabile in cui i diversi ecosistemi s’intersecano con una delle ultime foreste pluviali sopravvissute nelle regioni dell’Africa sub-sahariana. Ad alimentare la biodiversità di questa terra, garantendo la sicurezza alimentare delle popolazioni che vi abitano, sono le piene stagionali dell’Omo River prodotte dalle piogge che cadono sugli altopiani. Vediamo ora nel dettaglio quali sono le principali etnie della Valle dell’Omo: nonostante le sfide dei tempi moderni, lottano tutte per conservare la propria identità culturale e il legame con la tradizione.
Le etnie della Valle dell'Omo
Karo
I Karo sono una delle più piccole etnie dell’Etiopia – circa 2.000 persone - stanziate lungo l’Omo River che oltre alla pesca, vantano una forte tradizione agricola con coltivazioni di mais, sorgo e fagioli che commerciano con gli Hammer e i Dassanech.
Il gruppo etnico dei Karo è noto per le pitture corporali e gli ornamenti colorati – in bianco, giallo, rosso e blu - con cui affermano la loro identità. La piuma sul capo – che un tempo simboleggiava un’uccisione importante come quella di un bufalo o di un nemico - oggi è un elemento puramente decorativo. L’incisione sull’orecchio rappresenta l’età adulta che i giovani adolescenti raggiungono dopo aver superato la prova conosciuta come Salto del Toro.
Hamar
Tra le etnie della Valle dell’Omo, gli Hamar (o Hamer) sono uno dei gruppi più popolosi – circa 20.000 membri – il che li rende anche uno dei più importanti. Vivono in una regione montagnosa, nella parte est del fiume, dove si dedicano all’agricoltura – sorgo, mais e altri cereali - e alla pastorizia che commerciano nel mercato settimanale di Dimeka e Turmi.
Le donne Hamar sono conosciute per i caratteristi ornamenti – collane di perline colorate, bracciali e gonne di pelle di capra – e per le acconciature elaborate, spesso adornate con perline e piume. Si dipingono il corpo con argilla e burro e si coprono i capelli con un impasto a base di terra ocra e grasso animale, mentre al collo portano anelli permanenti che indicano lo stato civile.
Mursi
I Mursi, circa 6.500 unità, sono uno dei gruppi etnici più conosciuti della Valle dell’Omo. Tendenzialmente nomali, si sostengono grazie all’agricoltura e all’allevamento e conservano caratteristiche culturali interessanti:
- vivono in una struttura sociale di tipo patriarcale, con un capo anziano che funge da guida nelle decisioni comunitarie, e praticano la poligamia;
- sono soliti dipingersi il corpo con colori vivaci utilizzando argilla e cenere, soprattutto in occasione di eventi sociali importanti e cerimonie;
- si distinguono dalle altre etnie della Valle dell’Omo per l’uso di piattelli labiali e auricolari: le donne Mursi iniziano a indossare i piatti d’argilla fin da giovani, allargando gradualmente il foro per cambiarli via via con piatti sempre più grandi; insieme alle scarificazioni – cicatrici praticate sul volto – simboleggiano bellezza e status sociale all’interno della comunità;
- come molte altre etnie della Valle dell’Omo, anche i Mursi celebrano il passaggio dall’infanzia all’età adulta attraverso danze, canti e rituali tradizionali.
Surma
I Surma (o Suri) sono un popolo di pastori semi-nomadi che si spostano con il bestiame tra le diverse aree della valle in cerca di pascoli e di risorse.
Pur occupando zone geografiche diverse lungo il fiume, sono culturalmente e linguisticamente vicini ai Mursi. Si dipingono il corpo con colori vivaci utilizzando argilla e cenere in occasione di eventi e cerimonie importanti, indossano piatti auricolari di argilla o legno e celebrano il passaggio all’età adulta con riti particolari come la Donga, un combattimento in cui i giovani dimostrano il loro coraggio per guadagnarsi il rispetto della comunità. Indossano spesso ornamenti – collane di perline, bracciali e cinture intrecciate: le donne vestono gonne di pelle, mentre gli uomini sono spesso nudi o coperti da semplici teli.